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21 Mag
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RESPIRO LUCE

Respiro Luce Kazuto Takegami

21 Maggio – 12 giugno 2021

MaGica Art
via Savona 94/A Milano

Le parole dell’autore Kazuto Takegami

Un bel pomeriggio soleggiato d’inverno ho visto due signore anziane che sedevano su una panchina. Una era magra, l’altra più robusta, entrambe vestite di nero, stavano parlando. Una scena comune in Italia. In quel momento la luce che inondava la scena era davvero bella, “Da dipingere” pensai.

Dopo qualche giorno abbiamo sentito la notizia della diffusione del Covid19 e gradualmente hanno iniziato a bloccare i nostri spostamenti, a non farci incontrare con gli altri, a cambiare le nostre abitudini chiudendoci nelle nostre abitazioni.

Ogni giorno sorge il sole, la luce arriva su palazzi, alberi, fiori e animali e si formano le ombre. Qualche volta piove, soffia il vento, i rami e le foglie si muovono, si formano delle pozzanghere. In questa bella armonia della natura noi uomini di solito andiamo in ufficio, a scuola, incontriamo le persone e torniamo a casa. Questa era una cosa normale, quotidiana.  Ma dopo la notizia della Pandemia non lo era più.

Durante i vari lockdown sentivamo crescere le nostre ansie e paure, i dubbi, la solitudine. Tuttavia, mentre noi ci chiudevamo, il mondo e la natura andavano avanti. Quando si poteva uscire, mentre camminavo mi veniva spontaneo fermarmi a vedere le piccole cose, quelle che prima non notavo. Mentre guardavo dalla finestra, ho visto gli uccellini e i loro incroci nel cielo e sentivo i loro melodici canti. Prima passavo oltre, invece in quei momenti tali scene mi trasmettevano amore. Ho pensato più volte: “Sono contento di esserci”.

Il guardare fuori dalla finestra e la vita limitata a casa e terrazzo mi hanno lasciato un segno. In questa mostra espongo dei quadri che immortalano dei momenti semplici, delicati, quasi “banali” che mi hanno dato la gioia della vita. Ho voluto esporli in modo che formino proprio delle finestre: i ritagli di muro dai quali per mesi guardavamo il mondo di fuori.

Tecnicamente, sono passato dall’uso della spatola (che mi serviva negli anni scorsi per rappresentare il movimento dal punto di vista degli atleti) al pennello, sia utilizzando l’inchiostro di china sia i colori ad olio, per esprimere la sensazione di essermi fermato a contemplare quel determinato momento.

Il mondo imparerà e cambierà, ma io lo guardo con i miei occhi e dipingo usando il mio cuore e le mie mani.

Vorrei dedicare questa esposizione a delle persone che ora non ci sono più: a mio padre, che nemmeno si immaginava che sarebbe successa una pandemia globale e nemmeno lo tsunami del 2011; al mio maestro Nonaka, che mi ha insegnato la bellezza dell’arte; ad un caro amico barista, che mi ha trattato come un figlio quando sono arrivato in Italia; e a tutte le persone che se ne sono andate per colpa della pandemia.

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